UK, cala l’inflazione: in arrivo un taglio dei tassi già a dicembre? 

Sia l'inflazione dei prodotti alimentari sia quella dei servizi sono inferiori alle previsioni della Banca d'Inghilterra. Insieme alla crescita salariale più debole, i due dati aumentano la probabilità di un altro taglio dei tassi nel 2025. Ora tutto dipende dai dettagli del bilancio autunnale in arrivo a novembre. 

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Ciò che risalta di più negli ultimi dati sui prezzi nel Regno Unito è il forte calo dell'inflazione alimentare. Settore che nel corso dell’anno è stato motivo di preoccupazione, poiché l'inflazione è lentamente aumentata nel corso dell'anno, in parte a causa degli aumenti delle tasse e del salario minimo di aprile. Il timore della Banca d'Inghilterra era che ciò alimentasse le aspettative di inflazione tra i consumatori, trasformando l'attuale picco di inflazione in un episodio più persistente di pressione sui prezzi.

Ma i prezzi dei prodotti alimentari sono effettivamente scesi a settembre, contribuendo a far scendere il tasso annuo al di sotto del 5%. Il dato è ora mezzo punto percentuale al di sotto delle previsioni di agosto della Banca.

Una situazione simile si verifica con l'inflazione dei servizi, che è inferiore di 0,3 punti percentuali rispetto alle proiezioni di agosto. Diverse voci dei "servizi di base", che escludono i beni volatili, sono diminuite a settembre. Tra queste rientrano ristoranti/caffetterie, spesso considerati indicatori civetta delle pressioni sui prezzi. Sospettiamo che parte dell'attenzione della Banca d'Inghilterra sull'inflazione alimentare sia nata dalla preoccupazione di poter assistere a pressioni simili nel settore della ristorazione, dove i trend tendono a essere più lenti e persistenti. Fortunatamente, anche il tasso annuo è tornato a scendere a settembre.

L'inflazione alimentare nel Regno Unito è scesa a settembre

 - Source: Macrobond, ING
Source: Macrobond, ING

Complessivamente, sembra che l'inflazione nel Regno Unito abbia raggiunto il picco al 3,8%. Prevediamo che si attesterà al 3,5% nei restanti mesi del 2025, prima di scendere a partire da gennaio. Questi ultimi dati, uniti notizie positive sulla crescita salariale, riportano fermamente in gioco un altro taglio dei tassi quest'anno.

Fino a poco tempo fa, prevedevamo un taglio già a novembre, ma da allora abbiamo posticipato tale previsione a febbraio, sulla base dei recenti commenti cauti della BoE. Approssimativamente, questo è ancora il nostro scenario di base, sebbene i mercati ora prezzino una probabilità del 72% di un taglio a dicembre, in aumento rispetto al 22% di due settimane fa. Ci sembra plausibile, anche se dipenderà dai dettagli del bilancio autunnale di fine novembre.

La BoE vorrà la conferma che ci sarà effettivamente una stretta sulla significativa della spesa pubblica nel 2026, guidata da aumenti delle imposte. E che tali aumenti non faranno crescere l'inflazione complessiva nel corso dell’anno, come invece è successo nel 2025.

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