Prospettive cupe per l’economia francese: cala la fiducia delle imprese
La fiducia delle imprese in Francia è calata bruscamente a maggio nel settore industriale e dei servizi, gettando un'ombra sulle prospettive del Paese
La fiducia cala nell'industria e nei servizi
Nonostante il rinnovato ottimismo sui mercati finanziari globali a seguito della tregua commerciale tra Stati Uniti e Cina, il clima dell’economia interna francese continua a deteriorarsi. A maggio, l'indice generale della fiducia degli imprenditori è sceso di un punto rispetto ad aprile, segnando un altro mese al di sotto della media di lungo termine, una tendenza che persiste da oltre un anno.
Il calo è stato particolarmente pronunciato nel settore industriale, dove l'indice di fiducia è sceso di tre punti. Le aziende hanno ricevuto meno ordini e le aspettative di produzione sono pessimistiche. I segmenti più colpiti includono la produzione di macchinari e attrezzature, i mezzi di trasporto e la più ampia categoria "altre attività manifatturiere", che comprende la riparazione e l'installazione di macchinari. Le persistenti tensioni commerciali globali e i timori di un più ampio rallentamento economico continuano a gravare pesantemente sui produttori francesi.
Più preoccupante è la flessione nel settore dei servizi, storicamente un motore chiave della crescita economica francese. Anche il sentiment delle imprese in questo settore è diminuito di tre punti, rimanendo ben al di sotto della media di lungo termine da novembre. I fornitori di servizi hanno espresso crescente pessimismo sulla domanda futura e sull'attività economica, con notevoli cali nel settore degli alloggi e della ristorazione, nonché nei servizi di informazione e comunicazione.
Nel clima di generale pessimismo, il settore delle costruzioni ha offerto un raro spiraglio di luce. Il sentiment delle imprese è aumentato di quattro punti – il più forte incremento mensile dal 2004 – trainato dalle migliori aspettative per l'attività futura. Anche il commercio al dettaglio e all'ingrosso hanno registrato modesti miglioramenti del sentiment.
Tuttavia, gli ultimi dati del Purchasing Managers' Index (PMI), pubblicati questa mattina, 22 maggio 2025, dipingono un quadro negativo. Pur essendo leggermente migliorati rispetto ad aprile, gli indici rimangono saldamente in territorio di contrazione. Secondo l'indagine, la debolezza è più evidente nel settore dei servizi, dove il calo della domanda, il rinvio degli ordini e la cautela dei clienti hanno pesato sull'attività e sul volume di nuove commesse.
Un'economia in difficoltà
Nel complesso, questi indicatori suggeriscono un percorso difficile per l'economia francese. Le difficoltà che l'industria francese ed europea devono affrontare sono ben note, con l'aumento delle barriere tariffarie, il rallentamento della domanda globale, i problemi di competitività e l'apprezzamento dell'euro. Gli elevati livelli di scorte e la debolezza del portafoglio ordini suggeriscono che qualsiasi ripresa del settore nei prossimi mesi sarà (al più) moderata.
L'indebolimento del settore dei servizi è particolarmente preoccupante. Mina infatti uno dei tradizionali pilastri della resilienza economica. Nonostante il rallentamento dell'inflazione, la fiducia dei consumatori rimane fragile, con timori di disoccupazione che raggiungono livelli record. È probabile che ciò spinga al rialzo il tasso di risparmio delle famiglie, frenando ulteriormente i consumi. Il calo del sentiment nel settore degli alloggi e della ristorazione solleva anche preoccupazioni per l’imminente stagione turistica estiva. Con il numero di pernottamenti nelle strutture ricettive già inferiore dell'1,5% nel primo trimestre del 2025 rispetto allo stesso periodo del 2024, vi è un rischio elevato di un ulteriore peggioramento, che peserà sull'attività economica.
Dopo una tiepida crescita del PIL, pari ad appena lo 0,1% nel primo trimestre (nonostante una ripresa della produzione industriale a marzo), le prospettive per il secondo trimestre rimangono contenute. Un ulteriore 0,1% di crescita sembra rappresentare lo scenario migliore, a cui fa da contraltare il rischio di una contrazione incombente. Allo stato attuale, non vi sono chiari segnali di ripresa nella seconda metà dell'anno. La politica fiscale restrittiva continuerà a gravare sull'attività economica ed è improbabile che le barriere tariffarie tornino a livelli bassi entro l'inizio del 2025.
In questo contesto, è probabile che la crescita rimanga lenta. Prevediamo una crescita del PIL dello 0,4% per il 2025 nel suo complesso, e dello 0,8% per il 2026. Dopo aver superato la media dell'Eurozona nel 2023 e nel 2024, si prevede che la Francia rimarrà indietro rispetto alle altre grandi economie europee nei prossimi anni.
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