La BCE tiene i tassi fermi nella riunione di settembre

La posizione era buona prima ed è buona ora. Così, la Banca Centrale Europea ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse  

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Nessun cambiamento nella valutazione macroeconomica

Non deludere mai le aspettative del mercato. Questa potrebbe essere stata una delle considerazioni della BCE nel mantenere i tassi di interesse invariati oggi. Ma le aspettative di mercato non sono l’unico motivo. La maggioranza della BCE sembra sottolineare diversi sviluppi estivi incoraggianti che supportano un approccio attendista: l'accordo commerciale tra il vecchio continente e gli USA "avrebbe potuto andare peggio"; la solida crescita del PIL nel secondo trimestre; il miglioramento degli indicatori del sentiment delle imprese; e un modesto aumento dell'inflazione ad agosto.

L'approccio più favorevole ai rischi al ribasso per l'economia è stato confermato anche dalle ultime previsioni macroeconomiche della BCE. Lo staff della Banca prevede attualmente una crescita del PIL dell'1,2% nel 2025, dell'1,0% nel 2026 e dell'1,3% nel 2027. Per quanto riguarda l'inflazione, la BCE non ha cambiato la sua posizione, con un'inflazione del 2,1% nel 2025, dell'1,7% nel 2026 e dell'1,9% nel 2027.

Ma la BCE non chiude la porta a un taglio

Abbiamo già sottolineato in precedenza che l'asticella per un ulteriore taglio dei tassi da parte della BCE rimane alta. Tuttavia, ci sono alcune valide argomentazioni accomodanti che potrebbero ancora costringere la banca centrale a tagliare nei prossimi mesi. Basti pensare a quanto segue: c’è una crescente consapevolezza tra i responsabili politici dell'Eurozona che l'accordo quadro commerciale tra Stati Uniti e UE è tutt'altro che definitivo. La condizionalità intrinseca su molti aspetti ha lasciato sufficiente spazio a nuove escalation. Ma si pensi anche al rafforzamento del tasso di cambio dell'euro e a una previsione di inflazione di fondo inferiore al 2% per il 2026 e il 2027.

Nel complesso, attendiamo con ansia la conferenza stampa e, in particolare, ciò che la Presidente della BCE Christine Lagarde dirà sulla Francia e sul possibile utilizzo del Transmission Protection Instrument (TPI). Lagarde deve evitare di ripetere l'errore del 2020, mettendo in dubbio la sua determinazione a fare "whatever it takes", pur chiarendo che il sostegno della BCE non può essere dato per scontato. Infatti, Lagarde dovrà sottolineare che il TPI può essere attivato solo per i Paesi che rispettano effettivamente le regole di bilancio europee o che stanno almeno seguendo i percorsi di aggiustamento previsti. Una condizione che la Francia attualmente non soddisfa. Ad ogni modo, per quanto riguarda le prospettive di politica monetaria, l'annuncio odierno mostra che la porta a un ulteriore taglio dei tassi è ancora aperta.

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