L’indice PMI dell’Eurozona scende ad aprile (ma meno di quanto si temeva)
È il primo indicatore chiave del sentiment pubblicato dopo il “Giorno della Liberazione”. A giudicare dal dato principale, i danni per ora sembrano limitati, anche se ci sono alcune discrepanze sorprendenti.
Le imprese dell'Eurozona sembrano ancora star assimilando tutte le implicazioni del "Giorno della Liberazione” di Donald Trump e delle ultime settimane di annunci e retromarce sui dazi.
A prima vista, sembra che le tensioni commerciali abbiano completamente spazzato via il timido ritorno dell'ottimismo nell'Eurozona. A un secondo sguardo, tuttavia, il quadro dipinto dagli indici dei direttori di acquisto (Purchasing Managers Index, PM) pubblicati oggi è più complicato.
Il dato generale del PMI risponde all'intuizione, quello settoriale no
Il PMI di aprile si è appena attestato a 50,1 punti, dai 50,9 di marzo, il livello più basso degli ultimi quattro mesi. È interessante notare, tuttavia, che questo calo non è tanto il risultato di un settore manifatturiero più debole e delle ultime tre settimane di "stravaganza" sui dazi, quanto piuttosto di un'attività dei servizi più debole. Il PMI manifatturiero è addirittura aumentato leggermente a 48,7, dal 48,6 di marzo, mentre il PMI dei servizi è sceso a 49,7, dal 51,0 di marzo. Le componenti prospettiche, tuttavia, indicano un ulteriore indebolimento dell'attività economica.
Per rendere il quadro ancora più confuso, i PMI compositi di Francia e Germania si sono indeboliti ad aprile, con entrambi i Paesi che sono ora al di sotto della soglia dei 50 punti e in procinto di un altro trimestre di contrazione. In questo caso, l'indebolimento non è stato determinato solo dal settore manifatturiero, ma anche da quello dei servizi.
Le pressioni sui prezzi si sono ulteriormente attenuate in aprile, dando alla BCE una giustificazione retrospettiva per il taglio dei tassi di aprile. In effetti, con le basse pressioni sui prezzi e l'indebolimento dell'attività economica, possiamo aspettarci altri tagli dei tassi della BCE.
La BCE dovrà ancora una volta fare il lavoro pesante
Nel complesso, i PMI di aprile non hanno portato la reazione prevista dopo tre settimane di tensioni tariffarie e incertezza. In effetti, non tutti i pezzi del puzzle combaciano. Mentre il più ampio indebolimento del sentiment in Francia e Germania è in linea con le aspettative, il fatto che lEeurozona nel suo complesso abbia visto un sentiment nel settore manifatturiero in leggero miglioramento è alquanto strano.
Come spesso accade, sembra che i dati tradizionali basati sui sondaggi reagiscano con un certo ritardo ai grandi eventi. Non saremmo sorpresi di vedere un calo più significativo dei PMI manifatturieri il mese prossimo. In ogni caso, il precedente ottimismo dell'Eurozona si sta sgretolando e sono tornati i timori di disinflazione e stagnazione.
L'unica cosa positiva della situazione attuale è che è principalmente causata dall'uomo e potrebbe essere facilmente invertita. Tuttavia, finché non lo sarà, spetterà ancora alla BCE fare il lavoro pesante nell'Eurozona. Gli stimoli fiscali annunciati e previsti in Germania, così come gli sforzi europei per aumentare la spesa per la difesa, richiederanno tempo per rilanciare in modo sostanziale l'attività economica dell'area.
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