L’inflazione scende nell’Eurozona, con la debolezza della domanda che frena l’aumento dei prezzi

Dopo un dato piuttosto elevato a gennaio, l'inflazione dell'eurozona a febbraio è risultata debole. L'inflazione core è scesa dopo essere rimasta stabile al 2,7% da settembre. Il primo calo arriva nonostante le imprese abbiano segnalato un aumento dei costi dei fattori produttivi e la loro intenzione di farli ricadere sui consumatori. Ma per il momento ciò si rivela difficile, data la debolezza della domanda interna. I consumatori hanno recuperato il potere d'acquisto, ma restano preoccupati per la situazione economica generale, il che ha contribuito ad aumentare il tasso di risparmio.

Nel corso dell'anno, ci aspettiamo che l'eurozona si allontani lentamente dalla stagnazione, grazie al rafforzamento della domanda interna, all'ulteriore miglioramento del potere d'acquisto e alla riduzione dei tassi. Ciò dovrebbe consentire di mantenere l'inflazione leggermente al di sopra del 2%. Tuttavia, gli sviluppi geopolitici rendono le prospettive dell'inflazione molto incerte. Si pensi, ad esempio, all'incertezza legata alla guerra commerciale e ai prezzi dell'energia.

Per la Banca Centrale Europea, la grande domanda è quanto tagliare. I timori dei falchi del consiglio direttivo di abbassare troppo i tassi hanno fatto notizia nelle ultime settimane. La lettura di oggi di un'inflazione debole contribuirà a far pensare che l'inflazione sia ora abbastanza benigna, ma non fornirà prove certe su quanto i tassi debbano essere abbassati. Ci aspettiamo che un altro taglio di 0,25 punti percentuali questa settimana sia accompagnato da un dibattito più acceso su quando la BCE raggiungerà il suo tasso terminale.