In Cina il settore manifatturiero tiene, nonostante i venti contrari dei dazi
L'indice PMI in Cina ha continuato a salire a marzo, raggiungendo i massimi da dodici mesi a questa parte. Il dato suggerisce che il settore manifatturiero non ha ancora subito un impatto significativo dalle tariffe doganali all'inizio del 2025.
Il PMI manifatturiero ha raggiunto i massimi da 12 mesi
L'indice dei responsabili degli acquisti delle aziende (PMI) della Cina è salito a 50,5 punti a marzo dai 50,2 a febbraio, raggiungendo il massimo da 12 mesi. Il PMI manifatturiero è rimasto in territorio di espansione per cinque degli ultimi sei mesi.
Il rialzo di marzo è stato abbastanza ampio e i principali sottoindici hanno registrato un miglioramento. La produzione ha registrato un modesto aumento a 52,6 punti da 52,5, mentre i nuovi ordini sono saliti a 51,8 da 51,1. Anche i nuovi ordini di esportazione sono aumentati sul mese, nonostante l'entrata in vigore di dazi aggiuntivi il 4 marzo, passando a 49,0 da 48,6. Pur rimanendo in territorio di contrazione, il dato rappresenta un massimo da 11 mesi. I dati non suggeriscono che le tariffe doganali abbiano avuto un impatto significativo sui nuovi ordini. Si potrebbe tuttavia sostenere che gli importatori stiano ancora anticipando gli ordini per paura che aprile possa portare un'altra serie di dazi. Sono necessari altri mesi di osservazione.
La discrepanza tra i nuovi ordini totali e i nuovi ordini all'esportazione suggerisce che i nuovi ordini interni hanno svolto un ruolo significativo nell'aumento. Anche se non abbiamo ancora assistito a un impatto significativo sugli ordini di esportazione, è probabile che le autorità guardino alla domanda interna per compensare un eventuale rallentamento della domanda esterna. Il programma di rinnovo delle attrezzature e le politiche di trade-in saranno le due leve principali per stimolare la domanda interna quest'anno.
Altri sottoindici suggeriscono una continuazione delle tendenze recenti. Il sottoindice dell'occupazione è rimasto in contrazione per il 25° mese consecutivo, poiché le imprese cinesi rimangono caute nelle assunzioni e l'industria manifatturiera continua ad allontanarsi dal modello di produzione ad alta intensità di manodopera. I prezzi alla produzione sono rimasti in territorio di contrazione per il decimo mese consecutivo, suggerendo che la pressione deflazionistica rimarrà significativa in presenza di una forte concorrenza sui costi.
Le grandi imprese (51,2) hanno continuato a registrare risultati migliori, ma le medie (49,9) e le piccole (49,6) hanno registrato miglioramenti e si sono avvicinate alla soglia chiave di 50 che divide l'espansione dalla contrazione.
L'attività domestica continua a trainare, ma gli ordini all'esportazione devono ancora mostrare lo choc dei dazi
Anche il PMI non manifatturiero ha registrato un'ulteriore ripresa a marzo
Anche il PMI non manifatturiero ha registrato un aumento rispettabile a marzo, passando a 50,8 punti da 50,2. Il PMI non manifatturiero è rimasto sopra la soglia dei 50 punti dall'inizio del 2023.
In termini di sottocategorie, la continua forte performance delle aspettative delle imprese a 57,2 continua a sostenere il PMI complessivo, mentre molti altri sottoindici sono rimasti in territorio di contrazione. Anche i nuovi ordini di esportazione per i servizi hanno registrato un leggero miglioramento, raggiungendo il valore di 49,8 e superando di fatto la sottocategoria complessiva dei nuovi ordini, che si è attestata a 46,6. Anche l'occupazione è rimasta in territorio di contrazione per il 25° mese consecutivo.
Il piano d'azione cinese per rilanciare i consumi prevede lo sviluppo del settore dei servizi, tra cui l'assistenza all'infanzia e agli anziani, i cosiddetti “servizi alla vita” come la ristorazione, i servizi domestici, la sanità e il turismo. È possibile che anche questi settori possano beneficiare del sostegno politico nei prossimi mesi.
Le attese delle imprese hanno aiutato a mantenere il PMI non manifatturiero in territorio espansivo
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