Iran – Israele, petrolio e oro salgono ancora dopo l’avvertimento di Trump: “Evacuate Teheran”

Petrolio e oro tornano a salire di prezzo in seguito all’intervento con cui Donald Trump ha invitato gli abitanti di Teheran a evacuare la città. Il messaggio appare come una breccia nell’ottimismo del presidente americano, che aveva detto il conflitto tra Israele e Iran sarebbe rimasto contenuto 

Energia – Il petrolio rimane in bilico nel conflitto tra Israele e Iran

I prezzi del petrolio sono di nuovo in aumento in seguito all’annuncio di Donald Trump, che nelle prime ore del 17 giugno ha invocato l'evacuazione di Teheran. Le sue dichiarazioni, in contrasto con il precedente ottimismo sul fatto che il conflitto Israele-Iran non si sarebbe trasformato in un più ampio conflitto regionale in Medio Oriente, hanno riacceso la volatilità sui mercati finanziari. Lunedì 16 giugno sono emerse notizie secondo cui l'Iran avrebbe segnalato di voler allentare le ostilità con Israele e di essere disposto a riprendere i colloqui sul nucleare a condizione che gli Stati Uniti non si uniscano all'attacco israeliano. Il presidente degli Stati Uniti ha interrotto la sua visita al G7, presumibilmente a causa dell'escalation delle tensioni in Medio Oriente, che ha alimentato speculazioni sul potenziale coinvolgimento di Washington nel conflitto.

Il mercato rimane in ansia. La paura più grande resta quella di un potenziale blocco dello Stretto di Hormuz, che porterebbe i prezzi a un'ulteriore impennata. Quasi un terzo del commercio mondiale di petrolio via mare passa attraverso lo Stretto di Hormuz. Finora, le infrastrutture per l'esportazione di petrolio sono state evitate e non si è verificato alcun blocco dello Stretto di Hormuz.

Nel frattempo, lunedì i prezzi del gas naturale europeo hanno raggiunto il livello più alto da inizio aprile, dopo un balzo del 4,8% venerdì scorso. Analogamente al petrolio, la preoccupazione maggiore è che un'ulteriore escalation possa perturbare lo Stretto di Hormuz. Qualsiasi interruzione del trasporto marittimo attraverso lo Stretto di Hormuz avrebbe anche un impatto significativo sul mercato globale del GNL. Il Qatar, che rappresenta circa il 20% del commercio globale di GNL, utilizza questa rotta per esportare il gas naturale liquido. Non esiste una rotta alternativa. Ciò renderebbe il mercato globale del GNL estremamente teso, spingendo i prezzi del gas europeo significativamente al rialzo.

Si prevede che la Commissione europea proporrà oggi, 17 giugno, una misura volta a porre fine alla dipendenza dell'UE dai gasdotti russi e dalle forniture di GNL entro la fine del 2027, con un graduale divieto sulle importazioni di gas russo a partire dal prossimo gennaio e il divieto di fornire servizi alle aziende russe tramite i terminali GNL dell'UE.

Metalli – L’oro in rialzo è il bene rifugio durante il conflitto in Medio Oriente

L'oro è di nuovo in rialzo, dopo che l'avvertimento di Trump su Teheran ha scatenato gli acquisti dei beni rifugio. I prezzi sono saliti oltre i 3.400 dollari l'oncia nelle prime contrattazioni sui mercati asiatici del 17 giugno. Lunedì il metallo giallo è sceso dell’1,4%, il calo giornaliero più significativo in un mese.

L'attenzione del mercato dell'oro rimarrà concentrata sulle tensioni geopolitiche in Medio Oriente. Con il persistere dell'incertezza, è probabile che le richieste di oro come bene rifugio siano sostenute. I prezzi sono aumentati di quasi il 4% la scorsa settimana, con l'aggravarsi del conflitto nella regione.

Nel frattempo, gli ETF hanno aggiunto 136.032 once troy d'oro ai loro portafogli nell'ultima seduta di contrattazione. Questo ha portato gli acquisti netti di quest'anno a sei milioni di once (secondo Bloomberg). SPDR Gold Shares, il più grande ETF sull'oro, ha registrato venerdì un afflusso di 285 milioni di dollari, il più grande da settimane.

Più avanti questa settimana, mercoledì l'attenzione sarà rivolta alla riunione della Federal Reserve statunitense, durante la quale si prevede che i tassi di interesse resteranno stabili.

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