Cosa sapere prima della riunione della BCE di giovedì 5 giugno: inflazione, Davos, e l’euro globale, schematizzati

È molto probabile che giovedì la BCE annunci un taglio dei tassi di 25 pb, anche questa volta senza fornire particolari indicazioni sul futuro. Tuttavia, le significative revisioni dell'inflazione, lo scarso peso del dibattito sul tasso neutrale e i persistenti rischi per la crescita dovrebbero indirizzarla verso una politica monetaria espansiva.  

La nostra previsione completa sulla BCE si legge qui.

Un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della BCE alla riunione del 5 giugno sembra pressoché certo. I mercati lo danno praticamente per fatto da settimane e il consenso è unanime. Tuttavia, nella riunione ci saranno molti aspetti da tenere d'occhio: dalle proiezioni economiche aggiornate alle speculazioni sulla possibilità che la presidente Christine Lagarde lasci la BCE prima della scadenza del suo mandato, nel 2027, per dirigere il World Economic Forum di Davos.

Il nostro scenario di base, mostrato nell'immagine di copertina, prevede che la BCE sarà a sorpresa moderatamente accomodante. Ciò deriverebbe da una prospettiva di inflazione più favorevole nelle nuove proiezioni, nonostante le preoccupazioni sulla crescita rimangano elevate. La BCE è stata cauta nel non fornire indicazioni chiare, ma ha anche minimizzato l'importanza della politica monetaria restrittiva e del concetto di tasso neutrale.

Il Consiglio direttivo potrebbe ora indirizzarsi verso una politica monetaria non più restrittiva, o addirittura neutrale. Infatti, recenti segnali suggeriscono che, data l'inflazione già al di sotto dell'obiettivo e i crescenti rischi al ribasso per la crescita, la BCE preferisce non dare troppa importanza all'idea del tasso neutrale.

Un taglio dei tassi ancora limitato

Al momento, il mercato prevede un ulteriore taglio entro la fine dell'anno, portando il tasso sui depositi all'1,75%. Ci sono moderate probabilità che la BCE possa tagliare ulteriormente in futuro. Tuttavia, i prezzi sono principalmente guidati dal sentiment sulle relazioni commerciali tra Stati Uniti e Unione Europea, con le tensioni che si sono recentemente intensificate. La scadenza del 9 luglio per negoziare un accordo si avvicina rapidamente, con progressi che finora sono stati limitati.

Il ribasso dei tassi è ancora limitato dalla prospettiva di un aumento della spesa per la difesa dell'UE e di stimoli fiscali da parte della Germania. Questo aspetto potrebbe passare in secondo piano per ora, ma i tassi reali ancora elevati e a più lunga scadenza indicano che rappresenta ancora una parte importante dei calcoli dei mercati. Il tasso reale implicito degli swap in euro 5y5y rimane di circa 30 punti base superiore rispetto a prima dell'annuncio della spesa infrastrutturale della Germania. E dal "Giorno della Liberazione" del 2 aprile questo tasso reale non è sceso ulteriormente.

Cosa ci dirà Lagarde dell’euro “globale”

In un suo discorso di maggio, la presidente della BCE Christine Lagarde ha introdotto l'ipotesi che presto assisteremo a un momento “globale” dell’euro. Secondo la leader della Banca Centrale Europea, azioni governative coordinati potrebbero rafforzare il ruolo dell'euro sulla scena internazionale. Questa narrazione potrebbe contribuire a spiegare la recente sopravvalutazione del cambio euro/dollaro. Se i responsabili politici europei continueranno lungo la strada imboccata attualmente, le posizioni lunghe strategiche sull'euro potrebbero aumentare. L'entusiasmo di Lagarde è comprensibile: un euro più forte e accettato a livello globale sostiene la stabilità del mercato obbligazionario, mantiene bassi i costi di finanziamento e contribuisce a contenere l'inflazione. Tuttavia, gli esportatori stanno già esprimendo preoccupazione per la forza dell'euro e i governi nazionali con finanze solide potrebbero essere meno propensi a sostenere la mossa, poiché beneficiano di bassi costi di finanziamento.

L'attrattiva globale di una valuta dipende dalla profondità del suo mercato obbligazionario. Per sfidare davvero il dollaro, l'euro necessita di una strategia coerente per l'emissione di debito comune dell'UE, come sottolineato dalla capo economista di ING, Marieke Blom, in un precedente articolo pubblicato su ING Think e sul Financial Times.

Ogni ulteriore indicazione che la BCE stia favorendo la globalizzazione dell'euro, nonostante gli effetti collaterali di frenata sulle esportazioni, potrebbe innescare una risposta positiva del cambio euro/dollaro questa settimana, limitando il potenziale impatto negativo di un atteggiamento accomodante.

La nostra opinione sul cambio euro/dollaro rimane la seguente: i rally oltre 1,15 saranno piuttosto difficili da giustificare con le sole deboli aspettative di crescita degli Stati Uniti e potrebbero richiedere un ulteriore deterioramento significativo del mercato dei titoli del Tesoro USA. In caso contrario, riteniamo che 1,13 possa ancora rivelarsi il principale punto di ancoraggio per la coppia.

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