Intelligenza artificiale: il gruppo di testa nella corsa alla produttività

Cresce il tasso d’adozione dell'intelligenza artificiale e con esso i timori per la perdita di posti di lavoro. Ma l'IA offre opportunità per aumentare la produttività e crearne di nuovi. Tuttavia, con l'accelerazione della sua implementazione, le differenze tra professioni e Paesi potrebbero avvantaggiare alcuni a scapito di altri. 

L'intelligenza artificiale generativa trasformerà il mercato del lavoro, ma al momento non ha causato stravolgimenti.

In una recente intervista, il CEO di Nvidia, Jensen Huang, ha affrontato il potenziale impatto dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro:

"Alcuni lavori nasceranno, altri andranno persi, tutti cambieranno".

Secondo Huang, l'intelligenza artificiale aumenterà notevolmente il potenziale umano anziché sostituirlo. Nell'ultimo boom informatico a cui abbiamo assistito, gli ingegneri del software hanno fornito un contributo importante alla crescita aziendale. Questo boom dell'intelligenza artificiale contribuirà anche alla creazione di nuovi posti di lavoro. Crescita che deriverà in gran parte dalla costruzione di nuovi enormi data center, che genereranno intrinsecamente domanda di professionisti specializzati, come elettricisti, operai edili e muratori, oltre a ingegneri, personale di rete e personale operativo.

A ciò si aggiunge l'effetto moltiplicatore – ovvero, la ricaduta in altri settori dell'attività economica – che creerà posti di lavoro indiretti. Ad esempio, quelli necessari alla manutenzione dei data center e al settore dei servizi locali ad essi correlati. Tra questi, quelli finanziari, l’assistenza sanitaria e quelli relativi alle strutture ricettive e della ristorazione. Nuovi impieghi che stimoleranno un'attività economica più ampia. Inoltre, l'intelligenza artificiale avrà un impatto anche sul lavoro di medici, professionisti della finanza, insegnanti, ecc. Huang ha sottolineato che l’introduzione dell’IA nel lavoro degli ingegneri ha incrementato la produttività, tanto da liberare budget successivamente impiegato in nuove assunzioni.

Uno studio sul tema recentemente pubblicato da ING mostra che il mercato del lavoro dell'Eurozona è sempre più pronto a potenziali incrementi di produttività grazie all'IA. La crescita occupazionale dal 2015 si è concentrata in professioni altamente esposte all’impatto di questa tecnologia e caratterizzate dalla grande presenza di soft skill. Questi ruoli - ad esempio, insegnamento, ingegneria e professioni amministrative - beneficiano ampiamente del supporto dell'IA, che a sua volta contribuisce all’aumento delle mansioni gestibili. In sintesi, si prevede che l'intelligenza artificiale aumenterà la produttività in queste professioni.

Tuttavia, si registra anche un aumento del numero di ruoli a rischio di sostituzione da parte dell'IA. Rischio che corrono ad esempio gli impiegati amministrativi e gli sviluppatori di software. Queste professioni sono classificate come ad alta esposizione ma non richiedono molte soft skill. Spesso le mansioni richieste possono essere svolte dall'IA. Ad ogni modo, sebbene l'intelligenza artificiale stia rimodellando il lavoro, non si è ancora verificata una diffusa sostituzione dei ruoli. Il divario tra i lavori che potrebbero beneficiare dell'IA e quelli meno colpiti si è ampliato durante la pandemia, quando le posizioni lavorative in settori a bassa esposizione all'IA, come l'ospitalità e l'edilizia, sono diminuite significativamente. Se adottata con saggezza, il potenziale impatto dell'IA sul mercato del lavoro si amplia con l'aumento dei lavori ad alta esposizione.

Nell’Eurozona, i lavori ad alta esposizione all’IA sono cresciuti più rapidamente degli altri

Indice dell’occupazione fatto 100 il valore del 2015, destagionalizzato

 - Source: Eurostat, ING Research calculations
Source: Eurostat, ING Research calculations

Le differenze tra i Paesi dell’Eurozona potrebbero comportare differenze nei guadagni ottenuti dall’IA

Sebbene l’impatto dell’IA sul mercato del lavoro sia attualmente modesto, il nostro studio dimostra che all’interno dell’Eurozona il potenziale profitto che la tecnologia può portare varia sensibilmente tra i Paesi. Infatti, gli Stati del Nord, come Paesi Bassi, Belgio e Francia hanno un numero maggiore di posti di lavoro compatibili con l’introduzione dell’IA. Nel Sud Europa, ad esempio in Italia e in Spagna, questa percentuale è minore. Questa condizione è la base di potenziali ampliamenti dei divari di produttività regionali e potrebbe portare a una maggiore divergenza all'interno dell'Eurozona.

Inoltre, la portata dell'automazione o dell'aumento delle mansioni tramite l'intelligenza artificiale non dipende solo dalla natura delle professioni, ma anche dalla capacità dei Paesi di sfruttare efficacemente la tecnologia. Secondo l'indice di preparazione all'IA del FMI, alcuni Paesi ottengono risultati migliori grazie a infrastrutture digitali, regolamentazione, innovazione e competenze umane. Singapore, Danimarca, Paesi Bassi e Stati Uniti sembrano essere in vantaggio, mentre i Paesi a basso reddito si posizionano in fondo alla classifica. Per quanto riguarda gli investimenti, sono stati spesi miliardi di dollari negli ultimi anni sull’intelligenza artificiale, amplificando le potenziali differenze. Leader del settore sono gli USA, che ospitano la metà dei data center del mondo.

Gli investimenti nell’IA sono molto diversi tra i vari Paesi del mondo

Pannello 1: Indice di preparazione all'IA  
Pannello 2: Investimenti privati ​​ogni anno nell'IA (costante 2021 in dollari statunitensi) 

 - Source: IMF; Quid via AI Index Report (2025), U.S. Bureau of Labor Statistics (2025), Our World in Data
Source: IMF; Quid via AI Index Report (2025), U.S. Bureau of Labor Statistics (2025), Our World in Data

Le promesse dell’IA non sono gratuite

Miliardi di investimenti continuano ad alimentare l'intelligenza artificiale, che se implementata con saggezza può diventare motore di crescita economica trasformando il mercato del lavoro e aumentando la produttività. Alcuni Paesi sembrano pronti a ingranare la marcia e imboccare la corsia di sorpasso, mentre altri rischiano di rimanere indietro.

Sul fronte aziendale, rimanere nel gruppo di testa della corsa all'intelligenza artificiale comporta anche costi sorprendenti. Come ha osservato Sam Altman, CEO di OpenAI, dire "per favore" e "grazie" a ChatGpt costa milioni. Un buon esempio per farsi un’idea degli ingenti consumi elettrici legati alla gestione dei modelli di IA di grandi dimensioni. Nell'attuale corsa all'IA, dunque, non solo costa sviluppare questa tecnologia, ma anche essere educati nei suoi confronti.

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